Prima di mostrarti come utilizzo concretamente la Tavola delle Gratificazioni Umane, voglio spiegarti perché ho sentito l’urgenza di ideare uno strumento simile.
Spesso mi accorgo di rincorrere obiettivi e di lamentarmi di ciò che manca, senza avere una visione d’insieme: desideravo una mappa capace di mostrare chiaramente le opportunità da coltivare e le aree che rischiano di restare trascurate.
Ho scelto la metafora della tavola periodica degli elementi perché, proprio come Mendeleev organizzò il sapere chimico in uno schema chiaro e coerente, anch’io volevo disporre le fonti di gratificazione su una griglia intuitiva.
Ogni “casella” è un punto di osservazione rapido: un elemento che posso valutare con un punteggio di importanza e mettere a confronto con il mio livello di soddisfazione personale. In questo modo, anziché affidarmi a sensazioni fugaci o a liste disordinate, mi trovo davanti a un autentico “tavolo di lavoro” visivo: con un solo sguardo capisco dove brillo già, dove mantengo un buon equilibrio e dove, invece, vale la pena intervenire con piccole azioni mirate.
Facciamo un passo indietro: quando ho realizzato la Tavola delle Gratificazioni Umane, il mio obiettivo era trasformare aspirazioni e bisogni in uno strumento concreto, capace di guidarmi ogni giorno verso una vita più appagante. In questo articolo ti mostrerò come uso personalmente questa mia “tavola periodica della felicità” per riflettere, individuare le mancanze e definire piccoli passi concreti per colmare le mie lacune emotive, fisiche e intellettuali.
Spero che la mia esperienza ti piaccia e ti ispiri: è la prima volta che pubblico questo lavoro, e sono convinto che questo approccio renda la riflessione sulla felicità un processo sistematico, ripetibile e soprattutto misurabile.
1. Il primo incontro: scoprire il mio paesaggio interiore
Il primo gesto che faccio ogni volta è aprire la tavola davanti a me, in stampa o sullo schermo, e lasciarmi attrarre dai colori. Le caselle rosse mi manifestano subito le risorse più preziose (Amore, Famiglia, Amicizia), quelle turchesi le mie aree solide ma perfezionabili (Soldi, Obiettivi, Natura), le grigie mi indicano dove piccole attenzioni potrebbero fare la differenza (Competenze, Connessione spirituale).
Domanda guida: “Quali caselle brillano già di luce propria e quali, invece, vorrei far brillare di più?”
2. Autovalutazione onesta: dare un voto a ciascuna casella (mi raccomando, onesta)
Dopo l’osservazione, affronto un esercizio di verità: accanto a ogni elemento segno un voto da 1 a 10, riflettendo su quanto mi sento davvero soddisfatto.
Se Am (Amore, 100) riceve un 9, so che i legami affettivi sono una mia forza.
Se Mr (Meditazione, 65) si ferma a 4, è un chiaro segnale che devo dedicare più tempo al benessere interiore.
Confrontare il peso “oggettivo” dell’elemento (il punteggio 60–100) col mio voto “soggettivo” crea un contrasto illuminante: dove il gap è grande, trovo la mia priorità immediata.
3. Individuare le priorità: le discrepanze che contano
Analizzo tutte le discrepanze tra punteggi alti sulla tavola e voti bassi miei. Sono proprio quelle caselle che meritano la mia attenzione nei giorni successivi. Per ciascuna scelgo una parola-chiave che descriva cosa mi serve:
Tempo (per la meditazione),
Costanza (per il movimento fisico),
Curiosità (per la lettura e lo studio).
Queste parole diventano le fondamenta del mio piano d’azione.
4. Disegnare il piano: piccoli passi, grande impatto
Non amo i cambiamenti drastici: per questo suddivido ogni obiettivo in micro-abitudini. Se voglio migliorare Ls (Libri, 75): mi imposto di leggere 10 pagine ogni sera prima di dormire. Se devo potenziare Sf (Salute, 90): programma due passeggiate settimanali di 30 minuti.
Definisco una scadenza (giornaliera, settimanale).
Annotare i progressi: un diario veloce sul telefono mi ricorda cosa ho fatto e come mi sono sentito.
Così, ogni micro-sforzo si collega al punteggio della casella, tenendo alta la motivazione e misurando i risultati.
5. La revisione ciclica: rimodellare la mia formula
La felicità è un divenire. Ogni tre mesi torniamo alla tavola per ripetere l’autovalutazione, confrontare i nuovi voti e selezionare nuove aree su cui lavorare. Ogni sei mesi posso aggiungere caselle (ad esempio un nuovo hobby) o sospendere quelle che non risuonano più con me.
Questo ciclo continuo di osservazione → valutazione → azione → revisione mi garantisce di non perdere mai di vista la mia crescita personale.
6. Condividerla per crescere insieme
Spesso coinvolgo amici e colleghi in una serata di confronto, ognuno con la propria tavola:
Raccontiamo le nostre discrepanze più sorprendenti.
Scambiamo idee e tecniche per colmare le lacune.
Il confronto mi arricchisce di prospettive inaspettate e mi sprona a sperimentare nuove caselle di gratificazione.
La Tavola delle Gratificazioni Umane è diventata il mio strumento quotidiano per “misurare l’invisibile” e orientarmi verso una vita più completa.
Ti invito a provarla: osserva, valuta, agisci e torna a riflettere.
Perché essere felici non è un punto di arrivo, ma un viaggio costante, e questa tavola è la mappa che ho scelto per orientarmi strada facendo.
Ciao!
ps: a questo link la lista completa https://www.goodeastage.it/accessibile/index.html
La proverò 🙂
Ecco il link contenente la lista completa degli elementi: https://www.goodeastage.it/accessibile/index.html