Affacciandomi alle finestre dei social, guardo un mondo che non esiste. O meglio, esiste e si esprime nelle sue mille forme, generate da persone che a loro volta fruiscono dei contenuti.
Collisione
È una collisione di immagini e video, con un filtro di moderazione spesso discutibile, dove un certo tipo di umanità mette in scena frammenti inutili del quotidiano.
La popolarità è uno degli obiettivi, ma certamente la solitudine di questi tempi ne è il movente.
È lo spettacolo delle vanità, dei vincenti, del lusso ostentato, delle opportunità, delle finte utilità e dell’edonismo sfrenato.
Questo mondo esiste in parte e non è dato vedere cosa accade prima e dopo; ne vediamo solo una frammento, spesso il peggiore.
Ci esprimiamo sulla base della nostra specifica cultura o subcultura.
Contenuti peggiori della nostra fantasia possono apparire divertenti, mentre quelli edificanti possono annoiarci.
Le persone vogliono intrattenersi, stupirsi, meravigliarsi, indignarsi per ciò che propone l’algoritmo, ma quando si tratta di calarsi nel concreto, ognuno decide per sé e spesso non affronta concretamente i cataclismi del momento.
Effimero
È un gioco digitale, il gioco dei nostri avatar, che potrebbero manifestarsi e co-costruire una proiezione soggettiva di un mondo inesistente, pieno di interazioni, intriso di tempo perduto, a ragionare per capire come decodificare i contenuti, che plasmano il reale e lo condizionano.
Questo gioco smette di essere gioco perché contamina il reale analogico.
Si dice che i social siano lo specchio della realtà e, in quanto tali, diventano reali. Le modalità, le interazioni, la mediazione offerta dalle piattaforme, le mimesi, rappresentano nuove forme di dialogo che non richiedono la presenza fisica.
Che società è quella che non può confrontarsi necessariamente con l’intero spettro esperienziale del singolo, ma interagire con una fetta di pseudo-realtà mediata? Una società povera.
Manca qualcosa che consenta di valutare attentamente un quadro complessivo.
La mancanza della fisicità rende certamente l’esperienza digitale povera e impoverente, come un pezzo di realtà, se di questo si tratta, nella realtà quotidiana.
Posso raggiungere virtualmente i miei cari, connettermi agli altri per comunicare, non altro.
Non Luoghi
Guardo un video esotico dalla mia stanza in città. Questi luoghi entrano nel mio spazio, condizionano i miei pensieri, mi propongono un modello praticabile al quale posso tendere, per guadagnare una fetta di finta felicità. Ma quello che vedo è una proiezione della mia mente.
Davanti a una foto o un video, ognuno di noi vede ciò che gli serve.
Vedrai la felicità in una foto quando sarai a corto di felicità, l’opportunità quando sei a corto di opportunità.
Per strada ho visto un bel panorama, ci ho visto dentro serenità e speranza.
Cambia a ogni ora e il caleidoscopio dei colori è sempre diverso, da gennaio a dicembre.
Non richiede connessione e batterie ma solo occhi aperti.
Tutto ciò per dirvi che ho disinstallato TikTok.
Buone vacanze a tutti.
Buone Vacanze 🏖️