
Conoscere l'ora esatta è un gesto che compiamo decine di volte al giorno, in modo quasi automatico, consultando smartphone, computer e persino elettrodomestici.
Tuttavia, ci dimentichiamo che, fino a poco più di un secolo fa, conoscere con precisione l’ora non era affatto scontato.
La storia della famiglia Belville, che per oltre cento anni vendette l’ora esatta a Londra, ci invita a riflettere sul nostro rapporto con il tempo e su come l’accesso immediato all’informazione, oggi così banale, un tempo fosse considerato un lusso.
L'inizio di un'idea geniale
La vicenda inizia nel 1836 con John Henry Belville, un assistente dell’Osservatorio di Greenwich.
In quell'epoca, il Regno Unito stava affrontando il problema della standardizzazione del tempo, in particolare per le esigenze delle ferrovie e delle aziende.
Ogni città regolava i propri orologi in base alla posizione del sole, e questo creava discrepanze anche tra orologi a poca distanza. John, sfruttando la sua posizione privilegiata presso l'Osservatorio, ebbe un'idea innovativa: sincronizzare il suo orologio con l’ora esatta di Greenwich e poi offrirla ai cittadini di Londra.
Così nacque il servizio che portava il tempo direttamente a chi ne aveva bisogno.
La nascita della “Greenwich Time Lady”
Alla morte di John nel 1856, fu sua moglie Maria a prendere le redini del servizio, camminando per le strade di Londra con il prezioso orologio, un cronometro del 1794 chiamato "Arnold", così soprannominato dal suo creatore John Arnold.
Per 36 anni Maria continuò a offrire il servizio a un numero crescente di clienti, anche quando il telegrafo iniziò a diffondere l’ora elettronicamente.
Nonostante l'innovazione tecnologica, molti preferivano affidarsi alla precisione del cronometro Belville, ritenuto più affidabile delle nuove tecnologie.
Fu però con Ruth Belville (Elizabeth Ruth Naomi Belville, Londra, 5 marzo 1854 – Londra, 7 dicembre 1943), figlia di John e Maria, che la storia raggiunse la sua apoteosi.
Ruth prese in mano l’attività nel 1892 e continuò per quasi cinquant'anni. La sua figura divenne leggendaria, e venne soprannominata “la Signora dell’Ora di Greenwich”.
Ogni settimana, Ruth percorreva la distanza tra Londra e l'Osservatorio per sincronizzare il suo orologio e poi lo mostrava a decine di clienti. Tra i suoi fedeli acquirenti c’erano orologiai, banchieri e grandi aziende che necessitavano dell’ora esatta per le loro attività.
La sfida della modernità
L’ascesa di nuove tecnologie, come la diffusione del telegrafo e, successivamente, della radio, iniziò a mettere in discussione la necessità del servizio Belville.
Nel 1924, la BBC cominciò a trasmettere l’ora esatta con il suono del Big Ben, e nel 1936 il servizio telefonico di "Tim", il primo orologio parlante, forniva l'ora tramite telefono.
Nonostante questo, Ruth continuò a operare fino al 1940, quando, ormai 86enne, si ritirò a causa della pericolosità del periodo bellico.
Le critiche e la concorrenza non la scoraggiarono
Anzi, quando un dirigente della Standard Time Company, St. John Wynne, attaccò pubblicamente il suo metodo definendolo obsoleto e insinuando che la clientela fosse solo indulgente per via del suo genere, Ruth rispose con la sua solita discrezione e dignità. Le critiche si rivelarono un boomerang, portando maggiore attenzione al suo lavoro e aumentando la sua clientela.
Abbonamento annuale
Il servizio offerto dalla famiglia Belville aveva un costo di abbonamento annuale di circa 2 ghinee all'anno (equivalenti a circa 2 sterline e 2 scellini).
Questo permetteva ai clienti di consultare l'orologio "Arnold" e sincronizzare i propri orologi con l'ora esatta di Greenwich, fornita da Ruth o dai suoi predecessori.
Alla morte di Ruth, giovedì 5 aprile del 1945 lasciò 185 sterline, 6 scellini e 10 pence.
Facendo due calcoli:
1 sterlina del 1945 ≈ 38 sterline del 2024.
Quindi:
£185 nel 1945 ≈ £185 * 38 = £7,030 nel 2024.
6 scellini (6s) equivalgono a 0,3 sterline.
10 pence (10d) equivalgono a circa 0,04 sterline.
Pertanto, l'importo di £185 6s. 10d del 1945 varrebbe circa £7,043 nel 2024.
Nel 1945, £185 era una somma significativa, soprattutto considerando che il Regno Unito stava uscendo dalla Seconda Guerra Mondiale e molti beni erano ancora razionati o difficili da reperire.
Ecco alcune delle cose che avresti potuto comprare con £185 all'epoca:
1. Casa: Non sarebbe stato possibile acquistare una casa di lusso, ma £185 avrebbe potuto coprire una parte significativa del costo di una piccola casa o appartamento in una zona meno centrale. Il prezzo medio di una casa nel Regno Unito subito dopo la guerra era di circa £1,200, quindi £185 rappresentava circa il 15% del prezzo di una casa.
2. Auto: Un'auto nuova costava tra £300 e £500, a seconda del modello. Con £185, si poteva comprare una buona parte di un'auto economica oppure una buona auto usata.
3. Stipendi: L'importo era quasi pari a uno stipendio annuale medio. Nel 1945, lo stipendio medio di un lavoratore qualificato era di circa £200-300 all'anno, quindi £185 rappresentava quasi un anno di salario per molti lavoratori.
4. Cibo: A causa del razionamento, cibo e beni di prima necessità erano controllati e limitati. Tuttavia, per dare un'idea del valore, il costo medio di una pagnotta di pane era di circa 6 penny, il che significava che con £185 potevi comprare circa 7,400 pagnotte.
5. Viaggi: Con quella somma, potevi permetterti un viaggio internazionale, anche se i viaggi aerei erano ancora un lusso per pochi. Una crociera o un viaggio di andata e ritorno in nave da Londra a New York sarebbe costato tra £100 e £200 in classe turistica.
6. Beni di lusso: Con £185 potevi acquistare oggetti di lusso, come gioielli, orologi di qualità o arredi per la casa, oppure fare investimenti in obbligazioni di guerra o altre forme di risparmio.
Breve pippone storico
Nel ritaglio di giornale che ho trovato non vengono menzionati eredi specifici per quanto riguarda l'eredità di Miss Elizabeth Ruth Belville.
Tuttavia, è noto dalla storia della famiglia Belville che Ruth era l'ultima erede diretta di suo padre, John Henry Belville, e di sua madre, Maria Elizabeth Belville.
Ruth non si sposò mai e non ebbe figli, quindi alla sua morte, la sua eredità non passò probabilmente a discendenti diretti.
Secondo altre fonti storiche, alla sua morte nel 1943, Ruth Belville lasciò in eredità il cronometro "Arnold", lo strumento che usava per portare il Tempo di Greenwich ai suoi clienti, alla Worshipful Company of Clockmakers, dove è conservato ancora oggi presso la Guildhall Library di Londra.
Questo cronometro aveva un valore sia storico che sentimentale, essendo stato utilizzato anche da suo padre per lo stesso scopo.
Dato che non sembra aver avuto figli o nipoti, è possibile che il resto del suo patrimonio sia andato a parenti più lontani o sia stato gestito da esecutori testamentari incaricati.
Qualche riflessione sul tempo e sulla tecnologia
La storia della famiglia Belville ci insegna quanto il valore del tempo sia mutato nel corso dei secoli. Oggi, con un semplice tocco, possiamo conoscere l'ora esatta, ovunque ci troviamo. Ma, nel dare per scontato questo lusso, ci siamo forse allontanati dalla consapevolezza del valore del tempo stesso.
Nel mondo dei Belville, sapere l'ora esatta significava poter gestire con precisione affari, appuntamenti e la vita quotidiana.
Il loro servizio era visto come una garanzia di puntualità e affidabilità.
Il tempo non è solo una risorsa che possiamo misurare, ma anche un elemento che richiede attenzione e rispetto.
Ruth Belville ci lascia una lezione preziosa: le tecnologie possono cambiare, ma la necessità di dare valore al tempo rimane immutata.
Nuove innovazioni non cancellano immediatamente quelle precedenti; al contrario, le vecchie tecnologie continuano spesso a coesistere con le nuove, a volte adattandosi a nicchie specifiche, altre volte sopravvivendo per abitudine o affidabilità.
Questo fenomeno è osservabile in tanti altri contesti tecnologici.
Per esempio, i dischi in vinile hanno continuato a esistere accanto ai CD e ai servizi di streaming digitale, trovando un nuovo pubblico che li apprezza per il loro valore tattile e sonoro. Le biciclette, nonostante l'invenzione dell'automobile, rimangono un mezzo di trasporto popolare e insostituibile per molti.
Questo dimostra che, sebbene l'innovazione porti novità, il vecchio non svanisce immediatamente, ma convive con il nuovo, adattandosi o persino prosperando in un mondo in continua evoluzione.
Il concetto di coesistenza tecnologica ci invita quindi a riflettere su ciò che diamo per scontato oggi.
Quali delle nostre tecnologie moderne potrebbero, nonostante le future innovazioni, continuare a rimanere rilevanti o desiderabili, proprio come fece l'orologio di Ruth Belville?
Le cose durano molto più a lungo di quanto potremmo pensare.