Oggi approfitto della newsletter Hey Dom che ho ricevuto la scorsa settimana, di Domenico Polimeno (Design Manager, Design Ops Nerd, Design&Startup Mentor) che trovate su Linkedin
La newsletter è basata su un articolo interessantissimo che tratta la resistenza al cambiamento nei processi aziendali, una cosa molto attuale e contemporanea, anzi “sempreverde”. Riassumo qui:
La resistenza al cambiamento può essere dannosa per le organizzazioni, i prodotti e le carriere. La biologia e la psicologia influenzano la nostra avversione al cambiamento. Come superare questi ostacoli attraverso l'adozione di un approccio verso il miglioramento continuo?
1. Resistenza al Cambiamento: La resistenza al cambiamento può portare al fallimento delle organizzazioni. La nostra inclinazione biologica e psicologica ci porta a preferire la stabilità e la coerenza.
2. Necessità di Miglioramento Continuo: In un'era in cui il cambiamento è l'unica costante, il miglioramento continuo è essenziale.
L’articolo propone anche una “ricetta” per superare questo momento “bloccante”. Ed è questa “ricetta” che proverò a commentare di seguito.
Scenario
Lo scenario è relativo a una PMI desiderosa di sfruttare le nuove tecnologie per innovare i processi interni e migliorare la produttività. Per raggiungere l’obiettivo, l’azienda intende realizzare una piattaforma informatica ERP (Enterprise Resource Planning), a uso interno, che possa tenere traccia degli ordini, dei clienti e di altri processi.
Fotografare il sistema: Significa cristallizzare l’esistente, come in una fotografia. Significa indagare e intervistare tutti, rilevare le esigenze e capire come le persone stanno lavorando (per capire con quali file o software lavorano).
Iniziare in Piccolo: Proporre cambiamenti minori può servire come trampolino di lancio per cambiamenti più ampi. Cioè, cominciare a ragionare in termini di micro cambiamenti potrebbe salvarti la vita! Abitualmente cerco di replicare la struttura dei file che le persone stanno già usando, riportandoli in una piattaforma, per dare loro la sensazione di “fare le cose” come le facevano prima. Una migrazione lenta verso il nuovo sistema.
Comunicare Efficacemente la Visione: Utilizzare prove visive, feedback dei clienti e collegare le proposte agli obiettivi aziendali per ottenere l'approvazione. Come diceva Domenico, qui c’è un problema di leadership. Se la leadership del progetto è debole, allora le persone non si sforzeranno minimamente per apprendere il nuovo software. Viceversa, saranno più “invogliati” all’utilizzo.
Essere Aperti al Feedback: Ascoltare e incorporare il feedback può portare a risultati più raffinati e accettati. Questo è fondamentale, altrimenti corri il rischio di realizzare una buona soluzione che nessuno vorrà usare, perché il “prima” è sempre più comodo del “dopo”.
Devo però dirvi che, nonostante tante premure, tempo investito con le persone chiave in azienda, con chi decide, c’è sempre qualcuno che RESISTE, per vari motivi:
perché “scarica” sul passaggio di software alcune delle frustrazioni del suo ambiente lavorativo, e te la fa pagare mettendosi contro nella delicata fase di cambiamento;
perché ritiene che il nuovo software complichi le cose;
perché non riesce ad essere veloce come prima;
perché sta affrontando un momento personale difficile e non riesce ad affrontare una fase di cambiamento
perché è nervoso per non essere stato coinvolto.
Cambiare o introdurre un software nuovo in azienda richiede tempo, attenzione e adattamento. Non sempre tutti sono pronti.
Ma se chi lo dovrà usare “si mette di traverso”, perché non si sente coinvolto, perché crede che perderà più tempo, perché è poco predisposto a lasciare la sua zona di comfort, la tua azienda potrebbe bloccarsi, per un tempo più o meno lungo. Il management fermerà le tue attività, contro la sua volontà perché preferirà far andare le cose in modo tranquillo.
Ti diranno che non hai progettato bene, anche se non è così.
Quindi, per evitare di incorrere in problemi piccoli che diventano enormi, vale il consiglio di Domenico, Start Small.
Piccole modifiche, un po per volta, possono produrre grandi e radicali cambiamenti.
Stay ON
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Tra l’altro Start small è un libro molto piacevole sul service design scritto dal nostro caro Vincenzo Di Maria. Grazie per aver riportato il tuo commento sull’articolo di Dom! Ciao